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Happy Ends > Ramses


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Foto di Ramses

Dopo quattro giorni di assenza (e di panico da parte nostra), stamattina alle 6.15 il nostro micio è tornato finalmente a casa!

Ma andiamo con ordine.

Ramses esce di casa domenica sera, come al solito. Non è un gatto casalingo, per nulla, e a meno che fuori non faccia davvero freddo o brutto, è lui stesso a premere per uscire, ormai ci siamo abituati. Il lunedì mattina presto però non si fa vedere: è abbastanza insolito perchè alle volte comincia a miagolare fin dalle cinque ma non ci preoccupiamo, è già capitato. Lunedì io sono a casa a studiare, piove moltissimo per tutto il giorno e Ramses continua a non vedersi. Alla sera siamo tutti preoccupati e le cose peggiorano quando martedì, svegliandomi appena sento alzarsi le tapparelle e chiedendo a mia mamma se sia tornato, ottengo una faccia triste e un "no". Approfittando dell'essere ancora a casa, mi attacco al computer e contatto una mia ex compagna di scuola che ora è volontaria ENPA, chiedendole se fosse possibile che qualcuno, trovandolo, lo portasse al canile dove lei lavora. Contemporaneamente lasciavo anche una segnalazione con descrizione e foto alla pagina Facebook del canile stesso e cercavo consigli sul loro sito. Le due foto vengono condivise con tanto di appello "smarrito il 7 aprile, zona Canegrate e dintorni" anche da persone che non conosco, addirittura una signora di Firenze. È stata una cosa che mi ha fatto molto piacere, anche persone che non ci conoscevano si preoccupavano perchè potessimo riaverlo. Vado poi immediatamente dal nostro veterinario per sapere se gliel'hanno portato o ha saputo qualcosa ma purtroppo è un mezzo buco nell'acqua (trovo infatti una signora gentilissima che m'indirizza a una sua conoscente che si occupa di tutti i gatti smarriti della mia zona). Il canile poi mi risponde e mi dà l'indirizzo della vostra Associazione, consigliandomi di seguire i vostri consigli e inserire l'annuncio per raggiungere più persone. È quel che faccio e così cominciamo a distribuire volantini, citofonare a tutta la via (Ramses andando sempre in giro, è stato come "adottato" anche da altre famiglie e lo conoscono tutti), ancora volantini in negozi, farmacie, ecc. (trovando sempre molta disponibilità, ho notato con piacere) e infine, la cosa per me più dolor osa, andare in giro per le vie a chiamarlo scuotendo la scatola di crocchette e non vedendolo mai arrivare.

Ieri, giovedì sera, avevamo fatto una cartina con segnato il cerchio dei 500 metri e progettavamo di fare oggi il giro di tutti gli edifici/cantieri abbandonati della zona, quando è arrivato "Ciampino", il Siberiano delle Foreste dei nostri dirimpettai che noi abbiamo semi-adottato dal 2009. Viene sempre da noi a mangiare, tanto che ha una ciotola apposta per lui, e a riposarsi o giocare perchè i suoi padroni sono sempre, sempre via ed è già tanto se lo portano dal veterinario (sapeste la fame che ha quando arriva da noi, poverino). Lui e Ramses convivono, un po' a fatica, da quattro anni e il pensare che forse non li avrei più visti tutti e due sul divano a guardarsi male o a rincorrersi in giardino, mi faceva male. Vedere il piccolo mi ha convinta una volta di più che avrei fatto la ronda anche quella sera, la mattina dopo e avanti così finchè non avessi ritrovato il mio gatto. Quella della sera l’uscita mi è stata però impedita dai genitori: non stavo bene e pioveva, non mi avrebbero assolutamente fatta uscire, per quanto anche a loro mancasse il nostro diavoletto nero. Così stamattina mi sono svegliata alle cinque e mezzo e per le sei ero pronta a uscire. Vado alla porta e chi vedo dall'altra parte del vetro che mi guarda con gli occhioni e piange per entrare? Proprio lui, Ramses. Che gioia rivedere quegli occhioni quasi sospesi nel buio, potergli aprire e vederlo filare in casa come un razzo, zuppo d'acqua ma illeso, in salute e con il suo bellissimo pelo soffice. Nonostante f osse presto, si sono svegliati tutti appena mi han sentito dire "Micio! Ramses, amore!" e gli abbiamo fatto una gran festa, anche se lui è rimasto fedele al caratteraccio che amiamo: niente fusa, un paio di strusciatine sulle nostre gambe e poi subito a miagolare con voce arrochita per chiedere la pappa, come a dire "Beh? Che sono tutte queste scene? Ho fame, io!".

Non ho e non abbiamo la più pallida idea di dove possa essere stato, anche se forse, a giudicare dal bel pelo, qualcuno potrebbe averlo tenuto in casa. In ogni caso, ora è di nuovo a casa con noi e oggi stesso lo porterò a far visitare e a mettere il microchip. E dovrà anche abituarsi a un bel collare con targhetta, per quanto lui non li possa soffrire. Non voglio più stare in un'angoscia simile, sapendo che senza chip o targhetta non avrebbe avuto nulla di particolarmente caratteristico perchè degli sconosciuti lo riconoscessero.  

Non pensavo di poter star così male per un gattino sparito. Vederlo dappertutto quando non c'era; ricordare tutte le cose buffe o i danni che aveva fatto quando guardavo qualunque oggetto in casa; rendersi conto che, in fondo al letto, il suo peso familiare non c'era più; svegliarsi di soprassalto sperando in una parola di sorpresa e non sentire niente e macerarsi sotto le coperte; mettersi a piangere di colpo perchè, dopo nove anni, era ormai impossibile pensare alla quotidianità senza di lui e realizzare che non lo potevo abbracciare faceva malissimo. Sono stati solo quattro giorni ma sono stati bruttissimi.

A chi dovesse leggere la storia tra le "happy end" per rincuorarsi quando ha perso il suo animaletto dico solo un paio di cose, semplicissime: datevi da fare al massimo, contattate tutte le persone e gli enti che potete, bando a eventuali timidezze o "ma forse do fastidio" e poi abbiate anche fiducia nei vostri animali: sono meno indifesi di quanto possano sembrare. E, ultimo ma non ultimo, questo soprattutto per chi non ha perso il suo amico, non fate come noi, che abbiamo aspettato finchè non l'abbiamo perso: mettete microchip e collare al vostro animale appena potete, è una grossa sicurezza in più.

Cecilia, Ramses e Famiglia - Canegrate (MI), 12 Aprile 2013




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