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Foto di Stitch

Mi chiamo Alessandra e la mia storia incomincia il 5 gennaio 2008. Dopo 5 anni e mezzo passati con Stitch, un barboncino toy nero che è stato con me giorno e notte, è stato rapito, rubao insieme alla macchina su cui si trovava. La mia disperazione è difficile da descrivere. Ho attaccato volantini in tutta Milano, scritto annunci su giornali e su siti internet. Purtroppo a parte qualche telefonata a vuoto su segnalazioni mai verificate e qualche tentativo di estorsione della ricompensa non c'è stato altro. Sicuramente ci sono state molte persone che mi sono state vicino, anche non conoscenti ma che avevano letto la mia storia e volevano rassicurarmi.

Per molti mesi non ho mai perso la speranza anzi, passavo le mie ore "libere" e le notti a cercare il mio dolce compagno di vita tra parchi, campi rom e canili. Era inverno e Stitch era sempre stato abituato a vivere in casa ed essere coccolato quindi anche la speranza che ritrovasse da solo la via del ritorno era un'utopia. Ho pianto come non mai anche pensando alla sofferenza che poteva vivere lui oltre che a tutti noi.
Devo ammettere che, finito l'anno 2008, avevo perso ogni speranza. Stitch aveva il microchip quindi, nella mia testa, ero convinta che nessuno l'avesse mai preso e portato da un veterinario o canile. Il non sapere che fine avesse fatto mi dilaniava: se era vivo, se era morto e se stava bene e mi pensava.

Venerdì 22 maggio 2009 mi arriva una telefonata inaspettatissima. Un veterinario di Vimodrone mi chiama per dirmi che Stitch era vivo e l'aveva una signora. Così sono andata lì con il cuore in gola dopo essermi fatta mille pensieri su come l'avrei ritrovato e se mai mi avesse riconosciuta. La signora mi ha raccontato di averlo trovato al parco con una donna non italiana che voleva abbandonarlo lì e lei, allora, aveva deciso di prendersene cura. Quando ha deciso di portarlo dal veterinario per fargli un libretto e le vacinazioni del caso, grazie al microchip sono riusciti a risalire a me.

Stitch è tornato. Non mi sembrava vero. Appena l'ho visto l'ho chiamato e mi ha subito riconosciuta. Purtroppo ho visto che era invecchiato di quasi 50 anni e che era in pessime condizioni. L'ho subito portato dal mio veterinario di fiducia e siamo arrivati alla conclusione che sicuramente l'avevano maltrattato perché aveva la schiena gonfia di botte e ringhiava appena veniva toccato in quei punti. Adesso è a casa, l'ha riconosciuta subito e con il mio amore e le cure spero di farlo tornare presto alla sua vita di prima, felice e spensierata cercando di fargli dimenticare questa terribile esperienza.

Alessandra e Stitch - Milano (MI), 28 maggio 2009




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