Happy Ends > Foonzie
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Ho iniziato a scrivere questa happy end story prima di ritrovare il mio
Fonzie: ero convinta che prima o poi l'avrei avuto di nuovo con me. Mancava
solo il finale, che ho appena aggiunto. Ecco la storia di Alice, Davide,
Fonzie e Dinah (e Nebbia).
Uno dei miei incubi ricorrenti, quello che si manifestava quando ero angosciata
per qualcosa, riguardava sempre la perdita di uno dei miei gatti, Fonzie
e Dinah: in qualche modo uscivano dall'appartamento e non riuscivo più
a prenderli. Nei sogni i miei gattini erano il simbolo di ciò a cui tenevo
di più e che avevo paura di perdere e nel momento in cui ho perso Fonzie
ho capito che era proprio così: il dolore è stato straziante.
Non serviva a niente che mi ripetessero frasi come "è solo un gatto",
perchè lui era essenziale al mio benessere, era determinante per la qualità
della mia vita, e quando una cosa è così importante per noi poco importa
che sia una persona, un animale, o altro...
Fonzie è caduto dal balcone la sera di sabato 12 gennaio, mentre io e mio marito ci preparavamo per uscire, e da quel momento è iniziato uno dei periodi più difficili e dolorosi della mia vita.
Appena ce ne siamo accorti ci siamo precipitati in strada, suonando a tutti i campanelli, e da allora non abbiamo più smesso di cercare. Ho contattato tutti i veterinari della zona, segnalando la scomparsa e chiedendo consigli, ho stampato volantini con le foto e li ho distribuiti in tutto il quartiere (che fortunatamente è minuscolo e circondato da campagna) e nei negozi del mio paese, ho messo fuori ciotoline di cibo e mucchietti della sua graniglia usata vicino a casa, ho lasciato aperto il portone del garage con dentro cibo, la sua cesta e indumenti sudati miei e di mio marito. Almeno una volta al giorno, possibilmente la sera tardi, facevamo il giro del quartiere con torce e cibo, chiamandolo incessantemente, per un periodo mio marito si è alzato alle quattro di notte per uscire...
Ma, a quanto pareva, tutto questo non era sufficiente. Navigando su Internet ho trovato l'associazione Animali Persi e Ritrovati e ho deciso di iscrivere Fonzie tra gli smarriti. Mi ha risposto una signora gentilissima che mi ha dato tanti consigli utili e soprattutto mi ha fatto coraggio, spronandomi a non abbandonare le speranze.
Leggevo le happy end story che mandavano per farmi coraggio e, non mi
vergogno a dirlo, provavo una grande invidia: anche io avrei voluto scrivere
la mia storia a lieto fine! Così ho iniziato a scriverla, anche se non
avevo ancora nessuna happy end di cui parlare, solo per non perdere la speranza...
Ma i giorni passavano e del mio piccolo non c'era traccia, nemmeno un avvistamento...
stata dura continuare nella vita quotidiana, niente mi dava più gioia,
anche i momenti felici erano oscurati, era come se una cappa ricoprisse
tutte le mie giornate. Anche per mio marito era difficilissimo, oltre al
dolore per il nostro micio c'era la preoccupazione per me, ed è stato dolorosissimo
anche vedere la nostra altra gattina, Dinah, che si sentiva spersa e sola,
senza più il suo "fratellone" con cui giocare e a cui rompere
le scatole.
Dopo una settimana dalla scomparsa di Fonzie, tornando in macchina nel nostro quartiere, ci siamo imbattuti in un batuffolo di pelo in mezzo alla strada, apparentemente morto (ma prometto di non dare mai più niente per scontato!). Davide è sceso per controllare se fosse il nostro micio e si è reso conto che la gattina (che avremmo scoperto poi avere tre mesi) era ancora viva. L'abbiamo caricata in macchina e abbiamo cercato un veterinario aperto a quell'ora di notte e, dopo le prime cure e alcune ore di osservazione, la piccolina è stata dichiarata fuori pericolo. L'abbiamo battezzata Nebbia, perchè quando l'abbiamo trovata c'era una nebbia molto fitta e lei è grigia, e l'abbiamo portata a casa. Probabilmente perderà una zampina, ma è vispa e affettuosa e prenderci cura di lei ha mitigato un po' la frustrazione che provavamo. La famiglia si era allargata, ma ancora niente Fonzie...
Ho ampliato di nuovo il raggio di distribuzione dei volantini. È arrivato il mio compleanno, il 3 febbraio, e nonostante tutti gli sforzi di mio marito e della mia famiglia ho toccato il minimo storico. Dopo tre giorni, il 6 febbraio, mentre ero a lavoro mi è squillato il cellulare: era la mia vicina di casa che mi diceva che nella sua cantina c'era un gatto: da un paio di giorni vedeva delle cose spostate, e finalmente era riuscita a vederlo rifugiarsi in uno sgabuzzino.
Sono corsa là, con la gabbietta che portavo sempre in macchina, e sono scesa nel suo garage. In un angolo, rannicchiato per lo spavento, c'era il mio piccolino! Appena l'ho riconosciuto ho iniziato a pinagere, pensavo mi scoppiasse il cuore dalla gioia, non facevo che ripetere il suo nome... l'ho preso in braccio, era così leggero, tanto magro... l'ho messo nella gabbietta e portato a casa, appena si è ritrovato nel suo ambiente si è tranquillizzato, ha mangiato e bevuto un po' e per tutta la sera non si è staccato da me e mio marito, che appena lo ha visto si è commosso nel vedere finalmente tutta la famiglia riunita.
Ora siamo qui tutti insieme, io, Davide, Fonzie, Dinah e Nebbia, che deve la vita a Fonzie e alla sua fuga, perchè nonostante sembrasse proprio morta noi ci siamo fermati lo stesso per vedere se era lui...Come si dice: tutto è bene quel che finisce bene!
A chi sta vivendo un'esperienza difficile e dolorosa come la nostra voglio
solo dire: L'ATTESA NON SEMBRA POI COSÌ LUNGA QUANDO È FINITA: prima o
poi ritroverete il vostro piccolo, non dovete mai perdere la speranza, per
quanto possa essere difficile, perchè quando lo terrete di nuovo tra le
braccia, tutte le difficoltà e il dolore sembreranno niente, in confronto
alla gioia che avrete nel cuore.
Alice, Davide, Finzie, Dinah e Nebbia - Modena (MO), 8 febbraio 2008
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