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TATUAGGI E MICROCHIP NON ISCRITTI O NON CONTROLLATI... > Camillo




Continua la nuova serie di lettere che denunciano l'improfessionalità più totale che regna in certe strutture e da parte di certi enti.

Auguriamo buona lettura e lasciamo ai lettori le opportune riflessioni.

Il Team di Animali Persi e Ritrovati

È un martedì mattina di fine aprile 2005: sono circa le 8 e mi affaccio sul portone di casa. Sto al pianterreno di una casa in una zona artigianale: intorno a me ci sono alcuni capannoni animati solo di giorno. Vicino ad uno di questi vedo un cane di taglia medio-grande, a pelo lungo, tipo Border Collie, bianco e nero.

Abito qui da pochi anni ed alcuni vicini qualche chilometro più avanti mi hanno detto che in passato sono stati molti gli animali abbandonati da queste parti. Penso che questo cane è uno di quelli. Per sicurezza però chiedo alle persone nel capannone se quel cane è di qualcuno di loro, ma, no, non lo è.

Allora chiamo il cane che si avvicina amichevole e fiducioso. È in buone condizioni: ha il pelo un po' sporco di terra, ma c'ra stata pioggia fino al giorno prima e con quel pelo lungo...

Gli do da mangiare: non sembra affatto affamato. È apparentemente in buona salute e non ha tatuaggio: è stato facile constatarlo perchè è una bestiola molto mansueta. Ma non può stare qui: sotto casa mia scorre una strada molto trafficata ed inoltre i miei non mi permetteranno mai di tenerlo (do per scontato che sia un randagio che qualcuno ha da poco abbandonato: accudisco una colonia felina alla quale ogni tanto si aggiunge un gatto adulto e molti cuccioli e quindi so come vanno queste cose).

E anche se lo potessi adottare quel cane deve passare per la ASL.

Così telefono, sono circa le 8.45. Mi dicono che al momento non hanno nessuno da mandare per prenderlo, che devo lasciarlo libero (l'avevo legato per paura della strada) così magari torna a casa...

Intanto il cane si è liberato del cordino con cui l'ho legato ad un albero (non avevo niente di più robusto) e il mio interlocutore al telefono mi dice che appena ci sarà qualcuno libero lo manderanno.

Aspetto. Nel frattempo metto in garage il cane, gli preparo un giaciglio, lui mi segue come un'ombra, obbedisce pure a qualche comando. Rientro in casa ma ogni tanto gli do un'occhiata. Lui non si muove: si è sdraiato sullo zerbino e non fa un fiato (è muto, penso; no, non è muto, è solo tranquillissimo).

Continuo ad aspettare quelli della ASL.

Qua da noi il fenomeno del randagismo non è molto pesante: la nostra città ha 55.000 abitanti e circa 70 cani ospitati nel canile con cui il Comune ha una convenzione (ridicola, secondo noi, l'unica associazione animalista della città che conta appena una trentina di iscritti: appena alziamo un po' la voce l'amministrazione insinua che non siamo collaborativi).

Comunque cani vaganti non se ne vedono e se ciò accade rimangono vaganti per poco, dopo che qualcuno lo ha abbandonato, perso, scordato...

Intanto questo cane che ho chiamato Lucky non si muove di qui: se fosse in amore continuerebbe altrove la ricerca di una compagna. Invece si è stabilito nel garage.

E si è fatta sera: chiudo la porta basculante del garage.

Il giorno successivo, mercoledì, alle 8.15 richiamo la ASL. Questa volta mi risponde un uomo che mi dice che non sapeva che ieri qualcuno aveva telefonato per prendere un cane e che manderà subito qualcuno. Un'ora dopo arriva un addetto: passa sul collo di Lucky il lettore del chip che non emette alcun suono. Conclusione: il cane non ha il chip, starà 15 giorni al canile sanitario e poi molto probabilmente finirà in canile.

L'addetto mette una corda al suo collo (un guinzaglio dev'essere troppo costoso) lo tira piano, piano verso il furgoncino. Ma il cane non si schioda. Ci provo io e questa volta si muove. Gli dico di salire sul furgoncino e lui non obbedisce; ci salgo io e lui mi segue. Poi scendo: Lucky mi guarda come se fossi Giuda.

Non vale: perchè gli occhi dei cani parlano? Anzi, no, urlano.

Lucky se ne va ed io devo fare qualcosa per lui. Qualche giorno dopo vado al canile sanitario per avere notizie: il cane non ha microchip, nè tatuaggio, nessuno lo ha reclamato, nè adottato perchè è troppo grande (cercano i cuccioli...). Solita storia.

Da quando Lucky è stato portato al sanitario al giorno della svolta passano 16 giorni in cui metto annunci in giro per trovargli un nuovo padrone, lo vado a trovare un giorno sì e uno no per farlo correre un po' e poi piango quando me ne vado perchè Lucky abbaia come un matto quando mi allontano, lo spazzolo, metto un annuncio su un giornale, tra gli altri, di annunci locali, molto conosciuto. Ed è fatta.

Un giovedì, verso le due del pomeriggio, mi telefona un tipo: dice che un suo amico ha letto l'annuncio, che il cane sembra il suo, che vorrebbe vedere la foto (gliene ho fatte alcune); mi parla anche di alcuni particolari di Lucky che coincidono perfettamente. Arriva subito e riconosce il suo Camillo.

Gli domando perchè non ha fatto mettere il microchip al cane. Risposta: ce l'ha.

Perchè non è andato al canile sanitario? Risposta: c'era andato due volte.

La prima volta lo stesso giorno in cui era scomparso, perchè Camillo, anche col cancello aperto, non si allontanava mai (e ci posso credere!).

Al sanitario aveva parlato con una donna che gli aveva detto che non era arrivato nessun nuovo cane quel giorno (certo: se fossero venuti a prenderlo subito ci sarebbe stato, eccome!) e aveva pure denunciato regolarmente la scomparsa.

La seconda volta aveva parlato con un uomo il quale aveva assicurato che il suo cane non c'era (da notare che in quel periodo io andavo a trovare Lucky/Camillo ogni due giorni e solo lui era bianco e nero, mentre gli altri erano beige o bianchi: se per scrupolo glieli avessero fatti vedere...).

Il pomeriggio il canile sanitario è sempre chiuso, così quel signore si presenta alle 8.30 puntuale insieme a me per riprendersi il cane e, miracolo dei miracoli, il microchip compare (devono aver cambiato le pile al lettore...)!

Così Camillo ora è il cane più identificato d'Italia (perchè all'ingresso in canile gliene hanno messo un secondo).

Mi domando: se non metto il chip al cane prendo una multa.

Se la ASL non si accorge del primo chip e ne mette un secondo, no?

Comunque, come Associazione Animalista stiamo lavorando per evitare tutto questo.

Roberta e l'Associazione Cinofila Senigalliese e per gli Amici dei Gatti - Senigallia (AN), 5 ottobre 2005





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